L’indagine del CNA sulle aspettative delle PMI italiane per il 2023

News
1 Febbraio 2023

La Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola Media Impresa (CNA) ha recentemente realizzato un’indagine intitolata “Timori e speranze per l’anno che verrà. Le aspettative delle imprese per il 2023”. Se le previsioni generali sono positive, il CNA sottolinea comunque la presenza di alcuni timori riguardanti l’andamento del mercato e l’importanza per le PMI di prepararsi adeguatamente per affrontare le sfide e sfruttare le opportunità del mercato stesso.

Su chi è stato fatto lo studio del CNA

L’indagine del CNA è stata condotta tra il 20 e il 27 dicembre 2022, su un campione rappresentativo della realtà produttive dell’artigianato e della piccola impresa. 927 imprese hanno partecipato all’indagine, distribuite equamente tra attività industriali (25,6% nella manifattura e 25,3% nelle costruzioni) e attività dei servizi. Per quanto riguarda la dimensione delle aziende, quasi quattro su cinque (78,7%) hanno meno di dieci dipendenti.

I timori delle aziende italiane: cosa è emerso dallo studio

Lo studio del CNA descrive un quadro incerto per le previsioni economiche italiane nel prossimo anno a causa di tensioni internazionali, inflazione e aumento dei prezzi delle materie prime. La maggioranza degli imprenditori intervistati ha difficoltà a prevedere l’andamento dell’economia. Tuttavia, la situazione appare meno negativa quando gli imprenditori valutano l’andamento della loro attività personale, con una maggioranza leggermente pessimistica ma con un’area di incertezza più limitata.

Le piccole e medie imprese italiane sembrano preoccupate per un rallentamento dell’economia e stanno quindi orientate a ridurre gli investimenti per mantenere l’occupazione esistente.

Infine, le aziende mostrano un certo timore per l’impatto negativo del caro-energia e delle tensioni inflazionistiche sulla crescita economica del paese. Altri fattori di preoccupazione sono l’instabilità politica internazionale, la mancata attuazione degli investimenti previsti nel PNRR e il peggioramento delle condizioni di accesso al credito. Le imprese non sembrano però preoccupate per una possibile recrudescenza della pandemia da Covid-19.

Gli interrogativi e i dubbi emersi dall’indagine

In buona sostanza, solo il 13,8% delle imprese intervistate per lo studio del CNA prevede di aumentare gli investimenti nel 2023. Gli imprenditori rinunciano a investire a causa della percezione di rischi interni e esterni incontrollabili, come la scarsa capacità dell’impresa di sostenere l’investimento o la previsione di un deterioramento del quadro economico generale. Le imprese sono indebolite dalla pandemia e dalle crisi energetiche e politiche, e il 61% non si sente in grado di fare previsioni per il prossimo anno.

Il Governo non è stato in grado di fornire prospettive di crescita sicure per le piccole imprese e la totale assenza di prospettive può paralizzare gli investimenti. La domanda quindi è la seguente: possiamo permetterci di continuare ad osservare lo scenario internazionale senza fare nulla per migliorare la situazione? 

Le aspettative per il 2023

Come abbiamo accennato nell’incipit di questo articolo, la Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola Media Impresa prevede un anno positivo per le piccole e medie imprese italiane nel 2023. Secondo l’organizzazione, ci sarà una ripresa economica a livello nazionale, con un aumento della domanda e degli investimenti. Ciò dovrebbe portare a una crescita del PIL e ad una maggiore stabilità del mercato del lavoro. Ma quali sono i punti cardine sui quali dovranno puntare le imprese italiane per soddisfare le esigenze di un mercato in continuo mutamento?

L’importanza della digitalizzazione per l’anno che è appena iniziato

La CNA sottolinea l’importanza della digitalizzazione per le PMI, sia per quanto riguarda la loro competitività che per quanto riguarda l’innovazione. L’adozione di tecnologie digitali come l’intelligenza artificiale, l’Internet of Things e la blockchain potrà infatti aiutare le imprese a migliorare i loro processi, aumentare l’efficienza e aprire nuove opportunità di mercato.

Investire nella formazione

La CNA ribadisce inoltre l’importanza della formazione e dell’istruzione per la crescita delle PMI, sia per quanto riguarda la formazione degli imprenditori che per quanto riguarda quella dei dipendenti. La formazione continua è fondamentale per garantire che le imprese siano in grado di adattarsi alle nuove sfide e opportunità del mercato.